A differenza degli anni passati ormai di DSA se ne parla tanto. Ma cosa indica…
A differenza degli anni passati ormai di DSA se ne parla tanto. Ma cosa indica questo acronimo?
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono disturbi neurobiologici che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
Il DSA non va confuso con risultati scolastici altalenanti, fattori culturali, basso livello socioculturale, ritardi cognitivi o difficoltà relazionali che influiscono sul funzionamento scolastico.
Per parlare di Disturbo Specifico dell’Apprendimento occorre una valutazione clinica approfondita, in cui si somministrano test specifici per valutare le competenze strumentali (la lettura, la scrittura e il calcolo). Se i risultati a questi test sono al di sotto di quanto previsto in base all’età e all’istruzione e non è presente ritardo mentale, allora è possibile fare diagnosi di DSA.
La prevalenza dei DSA in Italia oscilla tra il 2,5 e il 3,5% della popolazione in età evolutiva. Se non individuati e trattati spesso portano all’abbandono scolastico e di conseguenza la riduzione della realizzazione delle proprie potenzialità lavorative, oltre che alla comparsa di problematiche emotivo-relazionali.
Si distinguono quattro diversi disturbi:
In letteratura esistono varie teorie che propongono diversi meccanismi neurobiologici alla base del disturbo e la maggior parte di queste ipotesi analizza le cause del deficit di lettura, trascurando quello di scrittura che viene solitamente associato ad esso.
Riguardo la dislessia evolutiva esistono diverse teorie, le principali sono:
Ognuna di queste teorie tenta di individuare un’unica causa alla base del disturbo, ma in realtà è molto più probabile l’esistenza di più fattori che contribuiscono alla sua genesi. Inoltre, la maggior parte degli studi ha tentato di individuare la natura del disturbo senza tener conto dei suoi aspetti qualitativi. I soggetti dislessici studiati sono stati considerati come un campione omogeneo ma il quadro del disturbo è così complesso da cambiare da soggetto a soggetto. La conferma di ciò è la quantità di differenti ipotesi interpretative.
Il DSA è un disturbo cronico che si modifica nel tempo, ossia si manifesta con caratteristiche diverse nel corso della vita di un individuo. Solitamente con il passare del tempo il soggetto dislessico incontra meno difficoltà nella lettura ma non arriverà mai ad avere gli stessi risultati di un lettore normotipico.
Alessia Pace