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La figura dell’educatore: saper cogliere risorse e limiti

La figura dell’educatore: saper cogliere risorse e limiti

L’educatore ha il dovere morale di incentivare sia la crescita individuale dell’interlocutore, sia la crescita collettiva sociale; ma come può essere fatto nel migliore dei modi?

Obiettivi dell’educazione

L’educazione è un argomento che racchiude in sé diverse chiavi di lettura, a seconda della disciplina che lo tratta. Si può dire che tutte, però, individuano come suo obiettivo principale quello di saper dare a ciascun soggetto degli strumenti che possano inserirlo in una società variegata.
Saper cogliere i limiti ed i parametri entro i quali ciascuna persona possa emergere attivamente, incentiva il miglioramento del proprio sé.

Il compito dell’educatore

L’educatore ha come primo compito quello di ascoltare il silenzio dell’interlocutore. Esso racchiude una miriade di sfaccettature che riguardano sia il comportamento sia il linguaggio non verbale, che ciascun soggetto mette in atto consciamente o meno. Ascoltare ci permette di leggere le emozioni e poterle tradurre in azioni efficaci e motivanti per il soggetto che le prova. La figura dell’educatore cerca sempre in qualche modo di trovare la chiave di lettura positiva di ciascuna emozione inespressa. L’ inespressività può essere causata da una inconsapevolezza di ciò che si vive e si sente, ma può derivare anche da un non voler “vedere” ciò che si prova perché se ne ha paura. Per questa ragione l’educatore ha il dovere di fornire al bambino o all’adulto diversi strumenti che facilitino la comunicazione e l’emersione delle capacità che ciascuna persona, nonostante limiti emotivi, fisici o intellettivi, porta dentro di sé.

Come affrontare le difficoltà dell’allievo

Quando l’educatore ha difronte un bambino o un ragazzo che presenta difficoltà cognitive o disturbi dell’apprendimento deve incentivare la propositività e l’autonomia del soggetto educato. Per un buon inserimento del bambino o ragazzo all’interno del contesto sociale è necessario anche un coinvolgimento della famiglia, non come spettatrice del suo sviluppo educativo, ma come partecipante attiva di questa evoluzione. Ciò comporta maggiore consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità fino a quel momento inespresse ed il desiderio di migliorare le proprie qualità. Con questo approccio il soggetto sarà motivato a migliorare non partendo dai propri limiti, bensì dalle proprie risorse.

La risorsa come tesoro nascosto

Le risorse di ciascun individuo sono uniche. Spesso non emergono subito mentre altre volte non sono riconosciute convenzionalmente a livello sociale.
Qualsiasi risorsa se condivisa diventa un patrimonio sociale e comunicativo enorme, perché permette il potersi percepire insieme, il crescere insieme, lo sbagliare insieme.
Dovere morale dell’educatore è dunque quello di incentivare la crescita individuale del soggetto e e la crescita collettiva sociale, non smettendo mai di trasformare possibili limiti in opportunità.