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Shoebox Tasks: materiali per organizzare il lavoro psicoeducativo sui disturbi dello spettro autistico

Shoebox Tasks: materiali per organizzare il lavoro psicoeducativo sui disturbi dello spettro autistico

Cosa sono le Shoebox Tasks e a cosa servono

Le Shoebox Tasks sono dei materiali utilizzati per supportare l’apprendimento ed il lavoro psico-educativo di ragazzi con disturbo dello spettro autistico.

Progettate dal Dott. Ron Larsen, si presentano simili a delle scatole di scarpe, ma la parte superiore è suddivisa in modo intuitivo per svolgere diverse attività. Risultano estremamente utili poiché promuovono l’indipendenza e supportano l’apprendimento di una varietà di abilità tra cui quella didattica e di controllo visivo motorio. Sono utilizzate con successo anche con bambini non vedenti, con condizioni fisiche e mentali gravemente compromesse o con disabilità intellettiva.

Il Dottor Ron Larsen

Tutto ebbe inizio nel 1996, quando Larsen stava lavorando come terapista presso il TEACCH Center di Asheville, nella Carolina del Nord.
Il Dottor Larsen è uno psicologo esperto sui disturbi dello spettro autistico. E’ riconosciuto a livello internazionale non solo per il trattamento di tali disturbi, ma per aver dato la possibilità reale e concreta a questi ragazzi di un vero e proprio inserimento lavorativo.

Oggi Larsen è responsabile del Centering on Children Inc. di Asheville, North Carolina (USA). Nel Centering, centrale è l’applicazione della metodologia TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Related Communication Handicapped Children). E’ proprio al Centering on Children che le Shoesbox Tasks vengono fabbricate ed imballate insieme ai ragazzi con disturbo dello spettro autistico,  inseriti in un team integrato e in un ambiente estremamente organizzato. I ragazzi percepiscono uno stipendio per il lavoro svolto.

Shoebox tasks e la realtà italiana

In Italia, nello specifico a Roma presso l’Accademia degli Autismi, sita al centro la Collina Storta, il team clinico supervisionato dalla psicoterapeuta esperta in autismo, Dott.ssa Fabiana Sonnino, è stata creata un’aula appositamente studiata e strutturata per permettere ai bambini e ragazzi che frequentano il centro l’utilizzo delle Shoebox Tasks.

Molta attenzione viene posta agli spazi e alla presentazione dei materiali e del lavoro, infatti l’organizzazione della stanza risponde a 4 requisiti fondamentali:

  • Quanto lavoro c’è da fare?

    Le attività sono poste alla sinistra del ragazzo e il numero delle attività da svolgere ben in vista indica quanto lavoro c’è da fare.

  • Quale è il lavoro da fare?

    La finalità è quella di organizzare le attività in modo da renderle visibilmente chiare, per cui durante la fase iniziale è previsto un aiuto fisico diretto, da parte del terapista, per far comprendere al ragazzo il tipo di lavoro che dovrà svolgere.

  • Quando finisce il lavoro?

    Il lavoro terminata quando tutte le attività sono state completate e riposte nell’apposito spazio dedicato al “lavoro finito”, posto alla destra del ragazzo, e quando, alla sinistra del ragazzo, non ci sono altre attività.

  • Cosa succede dopo?

    Immediatamente dopo aver completato il lavoro, il ragazzo troverà un oggetto piacevole (rinforzo positivo) o l’indicazione visiva di cosa fare dopo o di dove andare.

Tutte le attività delle Shoebox Tasks sono state progettate per consentire ai ragazzi il conseguimento del compito/attività.

Nell’esperienza clinica presso l’Accademia degli Autismi è stato sperimentato, infatti, che il successo induce alla calma ed abbassa il livello d’ansia. Contribuisce inoltre al rafforzamento dell’autostima e diminuisce i comportamenti oppositivo-provocatori e di sfida. “Come conseguenza le persone con disturbo dello spettro autistico saranno così in grado di svolgere anche altre attività e di affrontare le situazioni con soddisfazione e fiducia nelle loro capacità.
Scopo di tali supporti, che utilizziamo assiduamente sia presso il Centro, sia durante la terapia abilitativa presso il domicilio, è il miglioramento della performance e aumentare il sentimento di autostima e di auto efficacia fondamentali per la motivazione al lavoro.

Le Shoesbox Tasks incoraggiano i ragazzi a concentrarsi sugli obiettivi delle attività cercando di ridurre al massimo le distrazioni visive e i conseguenti fallimenti.
La loro utilità sta anche nel supportare l’operatore ad organizzare il lavoro
“. Queste le parole della direttrice clinica dell’Accademia degli Autismi, la dott.ssa Fabiana Sonnino.

Shoebox Tasks in dettaglio

Le Shoesbox Tasks sono in totale 37, suddivise in un kit base composto dalle attività dalla 1 alla 16 ed un kit avanzato composto dalle attività dalla 17 alla 37. Includono una varietà di richieste da quelle più semplici a quelle pre-accademiche e pre-professionali.

Le 16 attività del kit base
    • dal 1 al 4 si riferiscono a semplici compiti di inserimento di oggetti negli appositi spazi;
    • 5 e 6 si riferiscono a compiti che richiedono motricità fine e coordinamento oculo-manuale;
    • 7 e 8 si riferiscono a compiti che richiedono una corrispondenza uno ad uno;
    • dal 9 al 14 si riferiscono a compiti di smontaggio e assemblaggio;
    • 15 è un lavoro mirato al rispetto dell’ordine;
    • 16 si riferisce a compiti che richiedono lo smistamento in insiemi.
Il kit avanzato

Le attività del curriculum avanzato completano quelle del curriculum di base e mirano al potenziamento della sfera motivazionale, del lavoro pre-accademico e di quello pre-professionale, mirano al perfezionamento delle abilità motorie, fini e grossolane, hanno lo scopo di ampliare le possibilità di apprendimento aumentando gradualmente il grado di difficoltà e di precisione.
Nel dettaglio le attività del curriculum avanzato 17-37 comprendono:

    • 17-25-27-34 si riferiscono a compiti motivazionali, a volte chiamati “apri-pista per il processo di apprendimento”, perché studiati per attirare l’interesse e l’attenzione dei ragazzi;
    • 35-31-29-28-24-22-21 si riferiscono a compiti di coordinazione dei piccoli movimenti occhio-mano;
    • 18-20-26-30-32-33-36 si riferiscono ad attività pre accademiche;
    • 19-23 si riferiscono ad attività pre professionali;
    • 37 è incentrata sull’ apprendimento della “flessibilità”.

L’attività 37 ha lo scopo di dimostrare che gli oggetti possono essere utilizzati in tanti modi diversi. Infatti spesso le persone con lo spettro autistico utilizzano gli oggetti in maniera rigida, allineando ad esempio i blocchi sempre in fila.

L’ importante compito delle Shoebox Tasks

L’esperienza maturata con l’utilizzo di tali scatole consente di affermare che le 37 attività costituiscono un’ottima soluzione per il trattamento e la terapia abilitativa. Incoraggiano lo sviluppo delle capacità e soprattutto l’indipendenza, essendo il livello di impegno richiesto commisurato alle abilità dei ragazzi. Richiamano inoltre l’interesse comune nei bambini di svolgere compiti manipolativi ed inserire oggetti.
Sono poi, soprattutto, costruite in modo tale da ridurre al minimo la distrazione da stimoli visivi dovuta a superfici irregolari.

Negli anni di pratica clinica abbiamo potuto constatare direttamente l’efficacia delle attività strutturate sostenendo che questi compiti indipendenti favoriscono una maggiore autonomia nelle persone con disturbo dello spettro autistico che le utilizzano con metodicità“. Queste le dichiarazioni conclusive della dott.ssa Sonnino.
Veronica Lo Destro