La Terza Marcia Mondiale della Pace e della Non Violenza: Un Appello Universale per il…
Roma, 5 dicembre 2024 – La Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Non Violenza ha attraversato i continenti, accendendo speranze e raccogliendo adesioni in tutto il mondo. Partita da San José di Costarica la dove tornerà, dopo aver fatto il giro del pianeta, il 5 gennaio del 2025. La marcia ha toccato numerosi paesi, raccogliendo migliaia di manifestanti e attivisti impegnati a promuovere un messaggio di solidarietà globale contro tutte le forme di violenza e guerra. Un evento che ha dato vita a un movimento pacifista senza precedenti, richiamando l’attenzione internazionale sulle grandi sfide che ancora oggi affliggono l’umanità.
La Terza Marcia, come le edizioni precedenti, non è solo una manifestazione simbolica, ma una vera e propria mobilitazione globale. Quest’anno il percorso si è esteso a oltre 50 paesi, coprendo tutti i continenti, dalle Americhe all’Africa, dall’Asia all’Oceania, con tappe in luoghi simbolo di conflitti e sofferenze. Tra questi, città come Gaza, Kabul e Kiev, dove la guerra sembra non aver mai fine, sono state al centro delle iniziative di sensibilizzazione.
Nel suo cammino, la marcia ha portato con sé richieste chiare: la fine delle guerre, il disarmo nucleare, il rispetto dei diritti umani, e la promozione della giustizia sociale ed economica. Ma c’è un altro aspetto che ha reso unica questa edizione: l’integrazione di tematiche ambientali. La violenza contro la natura e il cambiamento climatico sono oggi considerati nuovi fronti di guerra, in cui i più vulnerabili pagano il prezzo più alto.
“Non si può pensare alla pace senza pensare anche alla protezione del nostro ambiente e dei diritti delle future generazioni”, ha dichiarato all’ONU Rafael de la Rubia, coordinatore internazionale della Marcia e fondatore del movimento per la Pace e la Non Violenza. “La non violenza deve estendersi anche al modo in cui trattiamo il nostro pianeta.”
A differenza delle prime due edizioni, la Terza Marcia ha visto una partecipazione ancora più ampia e diversificata. In particolare, i giovani sono stati i protagonisti di questa edizione. In tutte le città in cui è passata la marcia, dai raduni pacifici alle azioni di sensibilizzazione, è stata la generazione Z a farsi sentire con forza. Non solo nelle metropoli, ma anche nei piccoli villaggi, i giovani hanno organizzato eventi e dibattiti, chiedendo un futuro senza conflitti e una pace duratura.
L’adesione di centinaia di organizzazioni, associazioni civili, movimenti ecologisti e sindacali ha dato un ulteriore impulso alla marcia. “La pace non è solo assenza di guerra, ma un concetto che coinvolge ogni aspetto della vita sociale e individuale”, ha dichiarato Greta Thunberg, intervenuta alla tappa svedese del percorso. “Vogliamo costruire una società che metta la solidarietà al centro, una società che smetta di consumare le risorse del pianeta in modo irresponsabile e che abbia come priorità il benessere collettivo.”
La marcia si è conclusa a Roma, dove migliaia di persone si sono riunite per un grande evento finale. Durante la cerimonia, sono stati letti i principali appelli della manifestazione, che sottolineano la necessità di rispondere con misure concrete agli imperativi della pace e della non violenza. In prima linea, c’era anche Papa Francesco, che ha ribadito l’importanza del “dialogo, della riconciliazione e della giustizia” come strumenti essenziali per superare le crisi globali. Il Pontefice ha anche evocato la responsabilità delle istituzioni internazionali nell’assicurare la pace.
“In un mondo che sembra diviso e segnato dalla violenza, è più che mai necessario riscoprire il potere della parola, del dialogo e dell’incontro”, ha detto il Papa, aggiungendo che “la pace si costruisce con il coraggio di affrontare le differenze e con la volontà di superare gli egoismi che alimentano i conflitti”.
Nonostante il vasto supporto internazionale, il cammino della pace è ancora lungo e costellato da sfide. Le guerre in corso, il terrorismo, il traffico d’armi, la povertà e l’ineguaglianza restano enormi ostacoli alla costruzione di un mondo più giusto. Ma la marcia ha dimostrato che la pace, sebbene difficile da raggiungere, è un obiettivo possibile se perseguito con determinazione e unità.
Il movimento della Terza Marcia Mondiale, infatti, è destinato a continuare, con nuove iniziative e azioni concrete in programma per i prossimi anni. La speranza è che il suo messaggio possa essere accolto da sempre più persone, scuole, istituzioni e governi, affinché la non violenza diventi la base per la costruzione di una società globale più giusta e pacifica.
Se c’è una cosa che colpisce in questo percorso, è la bellezza della condivisione. Non importa se il cammino si svolge tra le montagne del Tibet, nei deserti del Medio Oriente o lungo le strade affollate delle nostre città. La Marcia è un richiamo a mettere da parte le nostre differenze per dar voce a quello che ci unisce: il desiderio di un mondo che non sia più teatro di conflitti, di ingiustizie, di violenze. La pace, a volte, sembra una parola troppo fragile, troppo lontana. Ma qui, in questa marcia, la pace diventa concreta, diventa possibile, e soprattutto, diventa urgente.