Qual è il ruolo della CAA? Immagina di essere in un paese straniero, dove ti…
Immagina di essere in un paese straniero, dove ti parlano in una lingua che non conosci, e se provi a farti capire, non ci riesci. Adesso immagina di avere uno strumento a portata di mano che ti permetta di tradurre tutto ciò che non comprendi: il ruolo della CAA è esattamente questo.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa è un approccio che attraverso l’utilizzo di tecniche, strategie e tecnologie, crea delle reali opportunità di comunicazione per tutte quelle persone che hanno delle difficoltà ad utilizzare il canale comunicativo verbale. La CAA si riferisce ad un’area di ricerca e di pratica clinica e educativa che studia e tenta di compensare disabilità comunicative temporanee o permanenti, limitazioni nelle attività e restrizioni alla partecipazione di persone con severi disordini nella produzione del linguaggio e/o della parola, e/o di comprensione, relativamente a modalità di comunicazione orale e scritta.
Viene definita “aumentativa” proprio perché, in opposizione ad alcune credenze purtroppo ancora diffuse, non sostituisce, bensì aumenta le possibilità comunicative naturali della persona, compreso il linguaggio verbale laddove ci siano le condizioni. I simboli o le immagini di cui si serve la CAA si qualificano infatti come strumenti alternativi che accompagnano e stimolano la produzione orale.
Siamo abituati a pensare che l’unico modo per comunicare sia esclusivamente la parola, ma proviamo a pensare alle persone non udenti, mute o sordomute: il linguaggio dei segni è fondamentale per farsi capire dagli altri e per comprenderle.
Ancora una volta, prova ad immaginare di essere un bambino o una bambina con neurodiversità che per la prima volta varca la soglia di una nuova classe a scuola. Nuovi maestri, compagni di classe, persone sconosciute con cui non hai mai parlato prima d’ora e che hanno un modo diverso di comunicare rispetto al tuo. Immagina, infine, di avere a disposizione dei simboli chiari con cui farti capire e riuscire a comprendere chi li usa per comunicare con te: non è tutta un’altra storia?
Le bambine, i bambini, le ragazze e i ragazzi con diversi spettri autistici non hanno bisogno solo di insegnanti di sostegno o del materiale didattico, ma anche di una classe attiva che li faccia sentire parte del gruppo: devono essere coinvolti al pari di tutte e tutti gli altri alunni. L’inclusione, il rapporto con gli altri o i giochi in compagnia aiutano i soggetti più fragili a sentirsi parte di qualcosa, a sentirsi compresi, gettando le basi per un inserimento futuro all’interno della società.
Proprio per questo motivo, da alcuni anni la Regione Lazio ha avviato all’interno delle scuole la sperimentazione di un servizio specifico di assistenza per alunni ed alunne che mostrano difficoltà nella comprensione e nella produzione del linguaggio, dunque necessitano di interventi di CAA per l’integrazione scolastica.
A partire dal 2020, le cooperative Mirjac Onlus e Tutti giù per terra Onlus, sotto la supervisione della Dott.ssa Fabiana Sonnino, specialista in psicologia clinica e psicoterapeuta individuale e di gruppo, hanno formato, supervisionato e coordinato il servizio di assistenza alla CAA all’interno di diverse scuole, passando da 12 istituti nell’anno scolastico 2020/2021, 33 nel 2021/2022, 34 nel 2022/2023, arrivando a ben 44 durante il 2023/2024. Il numero degli alunni a cui sono stati affiancati tali assistenti è aumentato esponenzialmente nel corso degli anni, passando da 20 utenti nell’anno scolastico 2020/2021 a 92 durante l’anno 2023/2024. Questi dati rappresentano un enorme successo per le cooperative e per la CAA, dimostrando quanto la domanda da parte delle scuole sia aumentata a causa dei grandi miglioramenti riscontrati sia nei soggetti interessati che nelle pratiche di inclusione adoperate.
La Dott.ssa Francesca Lattanzi, coordinatrice della CAA all’interno delle scuole raggiunte tramite le cooperative sopra indicate, sottolinea che, un esempio tangibile del successo del serv in ambito scolastico – ma anche al di fuori di esso – è rappresentato dall’agenda visiva, un elenco chiaro composto da immagini che rappresentano le attività da svolgere durante la giornata. Questo strumento permette di abbassare, ed in alcuni anche eliminare del tutto, l’ansia di non sapere come sarà scandita la propria giornata, ma soprattutto, la possibilità di essere maggiormente autonomi, un dato importantissimo per alleviare la frustrazione spesso percepita dai soggetti neuroatipici. Tale autonomia può riguardare attività come andare in bagno o prendere il proprio materiale scolastico, processi che per i neurotipici sembrano banali, ma se svolti in maniera indipendente da chi generalmente non è in grado, possono rappresentare un enorme passo verso l’integrazione, la socializzazione e l’inclusione scolastica, soprattutto nelle scuole medie o licei, dove l’autonomia degli studenti e delle studentesse senza fragilità specifiche è pressoché totale.
La CAA, però, non è indirizzata esclusivamente a chi possiede delle atipie, ma anche a chi è considerato “neurotipico”: secondo la Dott.ssa Sonnino, l’utilizzo di immagini, schemi e simboli è fondamentale per mantenere alta la soglia dell’attenzione da parte degli studenti e delle studentesse nei confronti del programma scolastico, per aiutarli a comprendere meglio gli argomenti trattati, soprattutto a causa dell’abbassamento dell’attenzione giunto ai minimi storici a causa dell’avvento dei social.
È necessaria quindi una sensibilizzazione nei confronti della CAA rivolta a tutto il corpo scolastico, poiché, in quanto inedito sistema di supporto, non è molto conosciuto e soprattutto è spesso fonte di scetticismo da parte di quest’ultimo. Secondo la stessa Dott.ssa Sonnino, infatti, nonostante ci sia stato negli ultimi anni un forte trasporto da parte delle famiglie nella promozione della CAA, molte scuole sono reticenti nell’accogliere questo metodo, poiché il personale scolastico non è formato adeguatamente a riguardo, tanto che alcuni insegnanti ancora oggi non credono nelle sue capacità. Bisognerebbe al contrario includere tutti in questa pratica di sensibilizzazione, a partire dai collaboratori scolastici, al personale del bar – se presente –, gli addetti alla mensa, alla segreteria, oltre che, ovviamente, agli insegnanti.
L’utilizzo della CAA è inoltre fondamentale per l’integrazione di alunni e alunne di madrelingua straniera e con difficoltà di comunicazione all’interno della propria classe. Se alle lezioni, ai libri di testo ed in generale ai programmi scolastici venissero integrati strumenti forniti dalla CAA, la comprensione di chi parla un’altra lingua sarebbe facilitata perché potrebbe avvalersi di immagini, simboli e scritte, sia nella propria lingua madre che in quella del paese di immigrazione. Inoltre, la Dott.ssa Sonnino sottolinea quanto sia importante la produzione di sussidiari e libri di testo tradotti in CAA, adattati al programma specifico di ogni anno scolastico, in modo da poter essere utilizzati da tutti. A sostegno di ciò, è importante riportare l’esperienza della Dott.ssa Silvia Nazzicone, psicologa e referente di vari progetti della cooperativa Tutti giù per terra, riguardante «I Promessi Sposi», caposaldo della letteratura italiana: grazie all’esperienza della CAA nelle scuole, un adolescente autistico frequentate la terza media, considerato “a basso funzionamento”, con sua soddisfazione, degli insegnanti e dei genitori, ha potuto comprendere l’opera insieme ai suoi compagni, i quali sono stati a loro volta aiutati dalle caratteristiche di sintesi e chiarezza offerte dalla traduzione in CAA.
Nonostante l’inserimento dell’assistente CAA all’interno delle istituzioni scolastiche abbia portato grandi traguardi nel corso degli ultimi anni, la Regione Lazio ha deciso di fare un passo indietro, svincolandosi dai precedenti impegni presi, creando una grave voragine ed una situazione di disorientamento generale intorno alla questione. A partire infatti dall’anno scolastico 2024/2025, in seguito alla Determinazione n. G07784 del 06/06/2023, l’ente regionale, dopo 7 anni dall’erogazione del servizio, ha dichiarato che le pratiche di intervento degli assistenti alla CAA avvenute fino ad ora, non avranno luogo e conferma negli anni successivi, in quanto è passata la gestione ai Comuni, – eccezion fatta per la scuola secondaria di secondo grado – portando inevitabilmente ad una situazione assai frammentata. Come dimostrato dai dati fino ad ora riportati, grazie ai successi e miglioramenti ottenuti mediante il servizio, l’interruzione di tale programma di assistenza sarebbe una gravissima perdita, sia per gli alunni con disturbi e disabilità specifiche, sia per tutti gli altri compagni di classe.
Domandandoci quali saranno le sorti dell’assistenza alla CAA all’interno della Capitale e delle zone limitrofe, la questione rimane aperta, trattandosi di un’importante pratica che è ancora tutta da esplorare ed ha tantissimo da offrire, affinché tutti e tutte abbiano le stesse possibilità e strumenti e così che nessuno si senta mai escluso.