Il grande Lebowski come simbolo della filosofia zen Il Drugo e il maestro zen è…
Il Drugo e il maestro zen è un libro unico nel suo genere, scritto a quattro mani dall’attore Jeff Bridges e dal suo amico e maestro Zen, Bernie Glassman. Il volume rappresenta un dialogo profondo tra due mondi apparentemente lontani: quello della spiritualità zen e quello del cinema, incarnato da Bridges attraverso il suo iconico personaggio “Il Drugo” nel film cult “Il grande Lebowski” dei fratelli Coen.
Ma qual è il punto di incontro tra un personaggio di fantasia, che non paga l’affitto, ossessionato dal bowling, che indossa vestiti che potrebbero sembrare pigiami, quale il Drugo, e Glassman, uno dei maestri zen con più consensi e seguito nel mondo occidentale moderno? La risposta è proprio tra le prime pagine di quest’opera: Jeff Bridges racconta di essere divenuto, in seguito all’uscita del film, un simbolo della filosofia zen, poiché considerato una vera e propria rappresentazione della libertà esistenziale.
Il testo si presenta con un tono leggero e colloquiale, proprio grazie alla sua forma di conversazione tra i due autori, intervallato da riflessioni, aneddoti e citazioni. Bernie Glassman utilizza il personaggio di Drugo come spunto per spiegare concetti fondamentali della filosofia zen, come il vivere nel presente, la non resistenza e la capacità di lasciar andare. Jeff Bridges, d’altra parte, condivide esperienze personali, mostrando come il personaggio abbia influenzato il suo modo di affrontare la vita.
Uno dei temi centrali del libro è l’accettazione della vita così com’è, con le sue imperfezioni e difficoltà, e l’arte del “lasciar correre”, che è anche il mantra del Drugo. Nel film, il personaggio rappresenta una sorta di antieroe rilassato, un uomo che affronta le vicissitudini della vita senza troppo stress o attaccamento. Sembra assolutamente disinteressato a voler assumere l’identità di un vincente, proseguendo nella sua vita e nel suo mondo con strafottenza ed una potente aura di rilassatezza dalla quale è contornato. Glassman vede proprio in questa attitudine una saggezza profonda, in linea con gli insegnamenti zen, invitando chi legge a non resistere agli eventi della vita ma ad accettarli con serenità, proprio come fa il Drugo.
Il libro tocca anche la natura del sé e del nostro ruolo nel mondo. Lo zen esplora la nozione di vuoto e di interconnessione, tanto che Glassman utilizza questi concetti per spiegare come il Drugo, con la sua semplicità, rappresenti un esempio di armonia con il flusso naturale della vita. Le riflessioni di Glassman sono spesso seguite da commenti scherzosi o da ricordi di Bridges legati alle sue esperienze sul set o nella vita personale, il che dona al libro una dimensione intima e spontanea, rendendolo alla portata anche di chi non conosce il mondo della spiritualità.
Il principale punto di forza del libro è infatti proprio questo, la sua capacità di combinare spiritualità e intrattenimento in modo armonioso: non si tratta di un manuale di saggezza zen, né di una biografia o di un libro di memorie, ma di un’ibridazione che funziona sorprendentemente bene. Chi ama Il grande Lebowski troverà affascinante vedere il personaggio del Drugo sotto una nuova luce, mentre chi è interessato allo zen apprezzerà l’approccio pratico e non dogmatico di Glassman.
Il Drugo e il maestro zen è, in conclusione, un’opera particolare e innovativa, che affascina appunto per la sua originalità e per il dialogo fluido tra due figure diverse ma complementari. È la fusione tra la cultura pop e la saggezza antica a funzionare particolarmente bene, offrendo a chi legge un’opportunità unica di riflettere sulla vita con leggerezza e profondità allo stesso tempo. Un libro consigliato a chi è alla ricerca di ispirazione, soprattutto per coloro che amano un approccio rilassato e ironico alla spiritualità o a chi ci si sta interfacciando da poco.