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Ponte Arcobaleno: parola d’ordine autonomia

Ponte Arcobaleno: parola d’ordine autonomia

“Un buon coach è un coach che non fa niente” Ron Larsen .
Nel progetto Ponte Arcobaleno lavoriamo per raggiungere il massimo grado possibile di autonomia.

Ponte Arcobaleno e il lavoro sull’autonomia

Il progetto ponte arcobaleno nasce nell’anno 2016 dalla volontà della cooperativa sociale onlus Mirjac, unita al centro ASD La Collina Storta. Volta a creare attività specifiche per ragazzi con disturbo dello spettro autistico che abbiano raggiunto la maggiore età e finito il percorso scolastico.
In televisione e sui principali canali mediatici sentiamo sempre parlare di bambini autistici, bambini speciali e bisogni specifici dei bambini diversamente abili. Per fortuna l’Italia è molto all’avanguardia circa la diagnosi precoce e la possibilità di iniziare un percorso terapeutico il prima possibile. Ci sono al momento, soprattutto sul territorio romano, che è quello sul quale opera principalmente la nostra cooperativa, molte offerte. La nostra realtà, dopo tanti anni di attività , è ancora all’avanguardia su aspetti quali la sensibilizzazione, l’inclusione sociale, la socializzazione e l’autonomia nei progetti dedicati ai bambini nello spettro autistico.

Bambini, bambini… Ma cosa succede ai bambini speciali quando crescono?
Ecco che la risposta dei servizi diventa povera. Non ci sono molti centri cui rivolgersi né molte reali opportunità di inserimento nella società per questi ragazzi di cui ancora si sa poco, di cui ancora si ha paura e di cui ancora non vengono riconosciute le peculiarità.
Negli ultimi anni, anche grazie alla diffusione di molti film e libri sull’argomento, c’è stata una grande sensibilizzazione dei più e anche molte istituzioni politiche stanno iniziando ad interessarsi a ciò che succede dopo la scuola.

Chi sono le persone con disturbi dello spettro autistico

La maggior parte delle persone però, quando pensa ad un ragazzo autistico adulto, pensa alla sua grande intelligenza e al fatto che sappia contare gli stuzzicadenti e che possa lavorare per la CIA decodificando codici segreti. Questo è assolutamente vero, ma solo per alcuni. Questi ragazzi sono Asperger (utilizzeremo questa terminologia per semplificare la comprensione ai lettori, anche se attualmente, nel DSM-V, non esiste più questa classificazione) o savant.

Anche nella nostra cooperativa ci sono molti ragazzi con sindrome d’Asperger. Per questo negli anni ci siamo specializzati nel trattamento di questa parte della popolazione autistica, anche grazie al lavoro di professionisti come Tony Atwood, delle cui metodologie e tecniche siamo grandi seguitori. Tuttavia tra le persone che seguono le nostre attività, c’è una grandissima parte a basso e medio funzionamento ed è proprio a questa fascia della popolazione che il nostro progetto si riferisce.
Per ragazzi che non hanno alte abilità comunicative, cognitive e comportamentali, e per le loro famiglie, la fine della scuola dell’obbligo rappresenta la fine di un percorso sicuro e rassicurante e inizia il vuoto e la paura del futuro.
Il progetto Ponte Arcobaleno vuole rispondere nel migliore dei modi a questa urgenza.

Perché Ponte Arcobaleno

Abbiamo voluto trasmettere il senso delle nostre attività anche attraverso il nome scelto. Il Ponte Arcobaleno rappresenta proprio un “ponte” tra la vita adolescenziale e quella adulta.
Il progetto prevede un percorso terapeutico in cui la parola d’ordine è AUTONOMIA.
I ragazzi si incontrano tre mattine a settimana a la Collina Storta a Roma e svolgono molte attività finalizzate al RAGGIUNGIMENTO DEL MASSIMO LIVELLO DI AUTONOMIA POSSIBILE.

Il progetto prevede un percorso terapeutico di gruppo ma individualizzato. L’equipe di professionisti del settore, tramite l’approccio del Comunity network approach, è supervisionata clinicamente dalla dott.ssa Fabiana Sonnino e dal dott. Ron Larsen. L’obiettivo è di dare ai ragazzi nello spettro la possibilità di lavorare sulle autonomie personali, le autonomie casalinghe, le abilità pre-lavorative, l’attitudine al lavoro, le abilità comunicative, l’adattabilità sociale e molto altro, tramite una strutturazione del lavoro e un’impostazione TEACCH.
Il nostro scopo è quello di preparare al meglio ogni ragazzo alla vita e fornirgli tutte le abilità possibili per un inserimento nella società.

La nostra mission

Migliorare la qualità della vita di questi ragazzi e farli lavorare e vivere da soli. Può sembrare un’utopia ma stiamo già raggiungendo grandi risultati!
I ragazzi nello spettro, tutti, da quelli ad alto funzionamento a quelli a basso, sono pieni di abilità. Lavorando nel continuo rispetto della loro personalità, potenziando quelle che sono le loro peculiarità e abilità e rafforzando invece quelle che sono le loro aree più deboli, possono condurre una buona vita e apportare grande valore alla società.
C’è molto lavoro da fare, sia sul singolo ragazzo che sul resto della popolazione, ma la cooperativa Mirjac impiega giornalmente tutte le forze e risorse che ha affinché questo si trasformi in realtà.
Nei prossimi articoli spiegheremo nel dettaglio la programmazione della giornata, le metodologie utilizzate, l’equipe e le molteplici attività.
Consuelo Granatelli