La mamma di un ragazzo nello spettro ci racconta la sua esperienza con parole semplici…
La mamma di un ragazzo nello spettro ci racconta la sua esperienza con parole semplici e dirette.
Una storia che fa riflettere e capire tante implicazioni e risvolti emotivi di questo disturbo.
Racconto di una mamma coraggiosa
Ho avuto la fortuna di far crescere Pablo insieme ad altri bambini figli di mie amiche. Fin da subito abbiamo creato una piccola comunità che si ritrovava i pomeriggi al parco di villa Celimontana.
I bambini crescevano liberi, un po’ selvaggi, avevano come giochi legnetti ed arrampicate sugli alberi….
Ho imparato a scindere l’autismo dalla maleducazione, ad educare comunque a non scendere nel pietismo, perche’ questa è la legge dei bambini: se vuoi stare con noi fai quello che facciamo noi….
E cosi, se andavano tutti alla fontanella da soli….in disparte e nascosta controllavo, ma lasciavo che Pablo andasse, che si prendesse le sue frustrazioni e le sue lodi…
Questo e’ un po’ un mestiere da piedipiatti si fa col cervello e consumando le suole…
Poi insegnare la bicicletta e i pattini mentre lui si opponeva e scalciava… ma lo stare al passo con i suoi coetanei era il mio scopo… intanto pedalava poi in qualche modo avrebbe comunicato…che poi i maschi tutta questa comunicazione…..
E cosi camminare e poi attraversare, pedalare nel parco e poi fino a scuola, prendere la metro insieme e poi da solo.
E ‘stato tutto studiato a tavolino e poi messo in pratica con gli operatori, affrontando quello che sul tavolino non c’e’ ovvero le innumerevoli casistiche della realtà.
Pablo ha cominciato a girare da solo e tutti mi chiedevano: “ma non hai paura?”
Un po’ si, ma mi fa più paura la stanza chiusa.
Per gentile concessione di una mamma coraggiosa Veronica Lo Destro